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A casa di mamma orsa



Il Katmai National Park & Preserve si trova sulla penisola alaskana, la propaggine più occidentale dello stato americano. Una zona non urbanizzata e non collegata al resto della regione, un paradiso incontaminato della natura raggiungibile dalla cittadina di Homer con un’ora e mezza di volo su un idrovolante che regala spettacolari viste sul territorio.

Il nostro idrovolante si ferma sulla superficie di un piccolo laghetto e da lì iniziamo il trekking che dovrà condurci a Moraine Creek, il corso d’acqua che in questo agosto inoltrato è ricco di salmoni e, quindi, di orsi nei dintorni delle sue rive. 

Avvistiamo da lontano la prima famigliola di orsi nella zona e siamo subito sopraffatti dalle emozioni,  inconsapevoli del fatto che a breve avremo la possibilità di incontri molto più ravvicinati.


Arriviamo sulla riva del torrente dove sono presenti diversi esemplari. Rispettosi dei chiari input ricevuti dai rangers durante il briefing pre partenza prendiamo ordinatamente posizione sulla riva del torrente. La mamma orsa ci scruta, per soppesare se possiamo rappresentare un pericolo per i suoi cuccioli.


Dopo un breve periodo di studio reciproco il ghiaccio si rompe. Adesso ci sentiamo sicuri, nella nostra posizione sulla riva, a poche decine di metri dagli animali, e gli orsi capiscono che non rappresentiamo un pericolo e riprendono le loro attività noncuranti della nostra discreta presenza. Il fiume è ricco di salmoni rossi che qui vengono a morire dopo aver deposto le uova nel loro ciclo vitale e i piccoli di orso, carichi di energia, riprendono le loro battute di pesca.


Siamo anche noi parte della scena ormai, natura nella natura. Arrivati con un minimo di diffidenza e con il desiderio di non disturbare, adesso siamo a nostro agio, tanto da rilassarci sulle rive del torrente, sotto i caldi raggi del sole, e arrivare a fare un sonnellino, mentre i cuccioli di orso continuano noncuranti a “giocare” con i poveri salmoni.

Andiamo via da questo autentico angolo di paradiso certi di non aver lasciato nessun segno del nostro passaggio, ma con la consapevolezza che gli antenati di questo orso non riconoscerebbero questo habitat mutato dal comportamento degli uomini nell’ultimo centinaio di anni, ma, soprattutto, che le sue discendenze non potranno più vivere e conservarsi se il cambiamento delle condizioni di vita proseguirà al passo di questi tempi

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