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O carnaval de Bissau


Prima di tutto dov’è la Guinea-Bissau? Guinea è un termine berbero che significa “terra dei neri” e, di conseguenza, di Guinee ce ne sono tante: Guinea Equatoriale, Guinea-Conakry, Papua Nuova Guinea e, appunto, Guinea-Bissau. La Guinea-Bissau è un piccolo stato dell’Africa occidentale, appena sotto il Senegal, affacciato sull’Oceano Atlantico. È uno dei paesi più poveri della Terra, indipendente dal 1973, ex colonia portoghese, dalle cui terre provengono molti dei migranti che attraversano il deserto per tentare di approdare in Europa. Paese mantenuto povero a causa del solito mix di precedente sfruttamento coloniale (da qui partirono migliaia e migliaia di schiavi diretti al Nuovo Mondo), indifferenza e beceri interessi delle grandi potenze della Terra e di una classe politica locale corrotta e oppressiva che tiene la popolazione sotto una forma di controllo autocratico. 


Ho visitato la Guinea-Bissau per conoscere la bellissima e ospitale popolazione locale, e le diverse etnie (Pepel, Manjaco, Balanta e altre) che la compongono, in occasione del Carnevale, vera e propria “festa popular” dove l’influenza portoghese e cristiana si fonde con la gioia di vivere africana e la tradizione animista.


La celebrazione del Carnevale coinvolge tutta la popolazione del paese e le sfilate dei primi giorni si svolgono nelle diverse province come selezione per la sfilata nazionale che si tiene, alla fine del periodo, nella capitale Bissau. 

I diversi gruppi, spesso appartenenti a etnie diverse, recano ognuno la propria impronta. C’è chi predilige la classica atmosfera di divertimento legata al mascheramento buffo.


I gruppi più interessanti sono, senza dubbio, quelli che rievocano le tradizioni ancestrali: stregoni,  cacciatori della savana armati di lance, riti e danze tribali scandite dal suono dei tam tam,  in un tripudio di allegria condita da un’aura di magia.


Alcune maschere richiamano i personaggi dei miti animisti, o i vecchi capi tribù con i loro classici copricapi dalle lunghe corna.


Non può passare inosservata la grazie ed eleganza delle ragazze guineane, abbigliate con gonnellini di rafia, monili di conchiglie e reggiseni ricavati dalle noci di cocco, e delle reginette Bijagos, provenienti dai villaggi delle isole omonime, poco al largo della costa, che tradizionalmente sfilano a seno nudo, muovendo armoniosamente gli splendidi corpi cosparsi di burro di karité al ritmo di musica e tamburi.


La parata ha il suo culmine finale all’interno dello stadio dove i diversi gruppi sfilano e realizzano le loro performance davanti alla giuria che ne proclamerà il vincitore.

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